lunedì 14 maggio 2012

Da lontano...



13 aprile...è dal 13 aprile che non mi faccio vedere da queste parti. Un mese tondo tondo. Mi sembra incredibile. Cosa avete combinato in questi 30 giorni? Vi siete emozionati, stupiti, sdegnati? Avete visto cose nuove, perso vizi, recuperato vecchie abitudini? Insomma, come mi chiedono nel report mensile che devo redigere per Aspem, che voto date a questo mese? 

Io il mio voto non ve lo dico, il voto è segreto d'altronde, ma vi confesso che questo mese è stato un mese denso. Potrei infatti raccontarvi dell'oceano caldo che fa scappare al largo le acciughe e che quindi fa morire di fame i pellicani http://gogreen.virgilio.it/news/ambiente-energia/moria-pellicani-peru-riscaldamento-mari-privati-cibo_6476.html (a proposito, non sapete quanto sia triste vedere una spiaggia piena di grossi pellicani morti e morenti, è l'immagine della Morte, che da oggi per me non è più una losca figura con falce e cappuccio nero ma un grosso uccello con becco e grandi ali bianche). Oppure potrei raccontarvi delle mie spedizioni in solitaria nelle provincie di Cajamarca per somministrare a dei gruppi selezionati di persone un questionario sul cambio climatico e della perfetta mobilità peruviana, così efficiente che per percorrere 219 km ho dovuto passare 18 ore su un bus (la prossima volta che sento qualcuno lamentarsi della Salerno-Reggio Calabria...ehm).  Oppure potrei descrivervi il paesaggio che ho incontrato al nord, nella provincia di Jaèn: montagne verdi (secondo me Marcella Bella è stata qui....), risaie, strade intasate da mototaxi e un caldo infernale. Ad un certo punto in un mio delirio da troppo viaggio (erano giorni che rimbalzavo come una pallina da una parte all'altra della regione) ho creduto di essere arrivata in Cambogia.. 

Ma invece non racconterò nulla di tutto questo. Servirebbe troppo spazio e tempo, cose che stranamente ora, un lunedì mattina, mi trovo improvvisamente ad avere a disposizione (la jefa non è ancora arrivata in office). Potrei tediarvi all'infinito, scrivendo a ruota, senza limiti, di tutte quelle cose di cui vi ho accennato pocanzi (che buffa parola pocanzi). Ma oggi sono di vena buona e quindi vi salvo in anticipo dal supplizio.

Vorrei invece condividere con voi un pensiero che in tutto questo gironzolare ha preso forma nella mia testolina bacata. Non vorrei sembrare patriottica e patetica ma in questo mese ho pensato tanto alla cara vecchia penisola. E si, l'Italia. È proprio vero che da lontano a volte si riesce a vedere meglio, si percepisce l'insieme, e nell'insieme, a volte, la bellezza. La bellezza dell'Italia è una bellezza misurata, fatta di intimità. È abbracciata dal mediterraneo, un mare calmo e caldo, che non ha nulla a che vedere con l'irruenza senza eleganza dell'oceano (tutt'altro-che) Pacifico che con la sua forza cerca di trascinarti dentro di lui. Anche l'odore e il sapore del mediterraneo è diverso. È buono. È salato il giusto. L'oceano invece è sciapo. E poi le montagne. Le Alpi e gli Appennini, cime basse, catene piccole in confronto alle Ande. Fanno da cappello e da spina dorsale alla penisola. La bilanciano, la rendono vitale, la fanno respirare con i loro polmoni verdi. Certo le Ande sono maestose, mozzano il fiato, arrivano al cielo, oltre le nuvole. Sono qualcosa di inspiegabile, più vicine al divino che all'umano. E davanti a loro infatti ci si sente piccoli e un po' perduti. Disorientano. Le Alpi invece fanno da punto di riferimento, sfidano l'uomo, non lo escludono a priori. Per ultimo vorrei parlare delle città, dei paesini e dei borghi italiani. Con la loro varietà di vie, viali e vicoli che non si incrociano solo ed esclusivamente in un secco modo ortogonale ma danno vita a curve, salite, discese. Che formano labirinti che chissà dove ti portano, che stupiscono quando si aprono in piazze antiche. E l'odore delle focacce appena sfornate, del sugo al pomodoro e basilico, il rumore dei piatti, insomma tutto ciò che per i cinque sensi è familiare. L'abitudine anestetizza ma la lontananza riaccende. Mi piace il Perù, adoro le Ande, l'oceano mi emoziona, qui mi stupisco di tutto. Ma amo l'Italia, la sua giusta piccolezza, i suoi odori, rumori, sapori che sanno di casa. Me la immagino ora, nel suo inizio di primavera, quando torna a richiamare verso i laghi, i fiumi, i prati. L'alternanza delle stagioni, altra meraviglia che ci è concessa e di cui spesso ci lamentiamo.  

Poi si, ci sono anche i mille problemi, la crisi, i politici, i suicidi, la televisione e tutte le porcherie che inquinano l'Italia. Ma non pensate che all'estero sia differente. Le porcherie ci sono anche qui. A volte anche di più. Le cose da cambiare sono ovunque e bisogna iniziare dal proprio cortile di casa. E ve lo dice una che è a un oceano dal proprio :) .

Quindi chi è in Italia si goda la primavera un po' anche per me, io continuerò a stupirmi della maestosità dei paesaggi peruviani, a conoscere piacevoli o detestabili usi e costumi peruanos, a nutrirmi delle differenze e ad incrociare sguardi neri che più neri non si può,  pronta a riassaporare il sapore familiare della penisola.

Prometto di scrivere presto e di raccontare un po' de la vida cajamarquina! Hasta pronto! Besitossssssss
Mari

2 commenti:

  1. MAri, I love you! Ci manchi mucho! Noi per ora si griglia per valorizzare questa primavera. bacio!

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  2. Grazie Marina, mi hai emozionato..Marta

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